martedì 14 aprile 2015

L'entrata in scena del gioco sociale

Nei primi anni di vita il gioco è affrontato tanto seriamente da poter sembrare il "lavoro del bambino". Ma quando interviene il gioco sociale?
La psicologa americana Mildred B. Parten ha studiato l'evoluzione della socialità concludendo che nel periodo tra i 2 e i 5 anni le interazioni tra i bambini si fanno più frequenti, vivaci, complesse e mature.
Dal suo studio la Parten ha individuato quattro tipi di gioco:

- nel gioco solitario il piccolo si diverte coi suoi giochi da solo, senza curarsi di stare assieme ai compagni o di interagire con loro. A volte, li guarda mentre giocano senza però unirsi ad essi.
- nel gioco parallelo il piccolo gioca in modo indipendente accanto agli altri, ma non con loro. Per quanto siano vicini e con giochi simili, i bambini non hanno alcun rapporto.
- nel gioco associativo il bambino ha rapporti con gli altri, scambia i giocattoli o corre in triciclo con loro, e tenta di dirigerne il comportamento. Ciascun bambino agisce comunque per conto proprio, e non c'è divisione dei compiti nè coordinamento delle attività ludiche.
- nel gioco collaborativo i bambini cominciano a coordinare insieme le attività ludiche. In questo tipo di gioco, l'obiettivo è di raggiungere assieme un certo risultato, compaiono i "capi", si assumono responsabilità differenziate con una divisione dei ruoli; spesso, i bambini sentono di far parte di un gruppo dal quale gli altri bambini sono esclusi.



Concludendo, il gioco diviene un'attività davvero sociale e collaborativa solo verso i 6 anni con il superamento dell'egocentrismo.