sabato 13 giugno 2015

Il diritto al gioco

L’articolo 31 della Convenzione  sui diritti dell’ infanzia,  emanata dall’O.N.U  il 20 novembre 1989, sancisce il diritto al gioco e richiama tutti gli adulti ad adoperarsi  perché  sia  soddisfatto.
    Tale convenzione, entrata in vigore il 2 settembre 1990, venne ratificata dal governo italiano il 2 maggio 1991 con la legge 176.
    Veniva cosi istituita la Giornata Mondiale dell’ Infanzia.


“Gli Stati parti riconoscono il diritto del bambino al riposo e allo svago, 
a dedicarsi al gioco e ad attività ricreative adatte all'età del bambino e 
a partecipare liberamente alla vita culturale e artistica”.

giovedì 4 giugno 2015

I bambini hanno bisogno di regole



Ai bambini servono delle regole, non è vero che fanno parte di uno stile autoritario. Genitori ed educatori devono porre dei limiti e farli rispettare; devono essere il nostro strumento quotidiano da usare per mettere ordine e per dare una direzione ai nostri bambini.

sabato 30 maggio 2015

I genitori devono sostenere il gioco dei bambini

La relazione genitore-figlio è mediata dall'attività ludica: "La partecipazione attiva e il coinvolgimento sono gli strumenti che i genitori, nel giocare insieme, hanno a disposizione per riconoscere e rispettare i bisogni psicologici dei loro bambini e quelli del loro bambino interiore"(Maria Rita Parsi)
Giocate con i vostri figli, è un vostro dovere e un loro diritto; così facendo rafforzerete il vostro legame. 

venerdì 22 maggio 2015

Filastrocca del diritto al gioco


Fammi giocare solo per gioco 
Senza nient’altro, solo per poco 
Senza capire, senza imparare 
Senza bisogno di socializzare 
Solo un bambino con altri bambini 
Senza gli adulti sempre vicini 
Senza progetto, senza giudizio 
Con una fine ma senza l’inizio 
Con una coda ma senza la testa 
Solo per finta, solo per festa 
Solo per fiamma che brucia per fuoco 
Fammi giocare per gioco.

BRUNO TOGNOLINI

Dalle “Rime d’occasione”. 

sabato 16 maggio 2015

Maria Montessori in riferimento al momento gioco dice:

"L'adulto non deve sostituirsi al bambino, ma deve ritirarsi sempre nella passività 
procedere sempre nella più profonda convinzione del bambino". 


Tratto da "Il bambino in famiglia", Maria Montessori

martedì 14 aprile 2015

L'entrata in scena del gioco sociale

Nei primi anni di vita il gioco è affrontato tanto seriamente da poter sembrare il "lavoro del bambino". Ma quando interviene il gioco sociale?
La psicologa americana Mildred B. Parten ha studiato l'evoluzione della socialità concludendo che nel periodo tra i 2 e i 5 anni le interazioni tra i bambini si fanno più frequenti, vivaci, complesse e mature.
Dal suo studio la Parten ha individuato quattro tipi di gioco:

- nel gioco solitario il piccolo si diverte coi suoi giochi da solo, senza curarsi di stare assieme ai compagni o di interagire con loro. A volte, li guarda mentre giocano senza però unirsi ad essi.
- nel gioco parallelo il piccolo gioca in modo indipendente accanto agli altri, ma non con loro. Per quanto siano vicini e con giochi simili, i bambini non hanno alcun rapporto.
- nel gioco associativo il bambino ha rapporti con gli altri, scambia i giocattoli o corre in triciclo con loro, e tenta di dirigerne il comportamento. Ciascun bambino agisce comunque per conto proprio, e non c'è divisione dei compiti nè coordinamento delle attività ludiche.
- nel gioco collaborativo i bambini cominciano a coordinare insieme le attività ludiche. In questo tipo di gioco, l'obiettivo è di raggiungere assieme un certo risultato, compaiono i "capi", si assumono responsabilità differenziate con una divisione dei ruoli; spesso, i bambini sentono di far parte di un gruppo dal quale gli altri bambini sono esclusi.



Concludendo, il gioco diviene un'attività davvero sociale e collaborativa solo verso i 6 anni con il superamento dell'egocentrismo.

giovedì 12 marzo 2015

Lev Vygotskij dice...

"Non si può non vedere che il bambino nel gioco soddisfa determinate esigenze, 
determinati impulsi, e che se non si comprende il carattere di questi impulsi 
non si può capire quel particolare tipo di attività che è il giuoco"

Da L.S. Vygotskij Immaginazione e creatività nell'età infantile, Editori Riuniti,  Roma, 1990.